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MONS. ANGELO COMASTRI alle Briciole testo copiato dal video per Loreto luglio 2007

MONS. ANGELO COMASTRI alle Briciole testo copiato dal video per Loreto luglio 2007

Introduzione
Guardando la maestosità della Basilica di San Pietro…ci domandiamo: chi è la pietra? La pietra è un povero pescatore, un pescatore di Galilea che incontra Gesù e Gesù, quando lo incontra gli dice: Tu sei Simone, ti chiamerai Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.
Simone a tutto somigliava meno che a una pietra. E’ lo stile di Dio: fare le cose grandi con strumenti grandi ci riusciamo anche noi, ma fare le cose grandi con strumenti piccoli è lo stile di Dio. San Paolo dice: “con il niente, con coloro che non sono, sfida coloro che presumono di essere”. Questo è tipico di Dio e credo che anche le “briciole” siano questa sfida del Signore.

Saluto
Voglio salutare con tanto affetto le briciole che si radunano a Loreto nell’estate 2007. Sono anch’io una piccola briciola in mezzo a voi per formare il pane dell’amore di Dio che vogliamo continuamente mettere sulla mensa del mondo, sulla mensa di Gesù e Maria.
Quest’anno vogliamo riflettere sul messaggio che forma la trama dell’inno alle briciole.

Un inno tenacemente voluto da Carla e che è riuscita a strapparmi, nonostante gli impegni di questo periodo, ma la tenacia è sempre premiata e anche questa volta si può dire, Carla ha vinto e l’inno è fatto. Noi lo ripercorriamo brevemente insieme, cercando di gustare il sapore di questo pane.
Il ritornello è il programma delle briciole:
Tante briciole, un solo pane, tanti cuori un solo amore,
tante voci, una parola: Gesù, Gesù…Gesù, Gesù.

Il mondo è pieno di frazionamenti, il mondo, si può dire, che è scomposto…chi è che raduna, chi è che raccoglie? E’ Gesù. Gesù è venuto a raccogliere i figli di Dio che erano dispersi e ha lasciato dentro questo mondo diviso, una preghiera che è il cemento dell’unità, se mancasse quella preghiera, il mondo salterebbe come una polveriera.
Gesù ha detto: “Padre fa’ che siano una cosa sola, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”. E’ questa preghiera che fa il coagulo, è questa preghiera che vince le spinte alla divisione che tutti ci portiamo dentro, è questa preghiera che ci impedisce di diventare nemici, perché la preghiera di Gesù è una preghiera che sicuramente alla fine vincerà in una maniera che soltanto Dio può sapere, ma vincerà. E noi, piccole briciole, vogliamo essere al servizio di questa preghiera, anzi, il frutto di questa preghiera. Noi vogliamo rendere visibile il compimento della preghiera di Gesù; nessuna rivalità ha senso, nessun orgoglio ha senso, vogliamo essere felici di essere piccole briciole, più piccoli siamo e più facilmente forniamo il pane, l’unico pane per dimostrare che la preghiera di Gesù ha la sua efficacia nella storia, perché noi ne siamo un piccolo segno.

Ed ecco l’impegno:
Vogliamo portare il Vangelo, nel mondo intristito dal male,
vogliamo portare la gioia, donando un sorriso a chiunque.
Io credo che non sia difficile dimostrare che il mondo è intristito dal male.
Talvolta guardando soltanto la cronaca che viene riferita in televisione, si resta sgomenti.
Io ricordo quando la televisione ha fatto vedere più volte, la sequenza dell’aggressione dopo la partita Catania-Palermo… spontaneamente mi sono venute le lacrime agli occhi, facevo fatica a vedere quello che la televisione trasmetteva. Si vedevano scene di odio assurdo, immotivato, gente che lanciava corpi contundenti, corpi pesanti, contro altre persone, questi con il volto coperto, gli altri con il volto scoperto, non si conoscevano, ma li odiavano.
E’ terribile. Mentre guardavo quella scena mi è venuta in mente, mi si è sovrapposta nella memoria la scena che vidi nel campo di concentramento di Auschwitz quando, quella documentazione sull’odio assurdo di quel momento mi colpì al punto tale che dentro di me dissi: “Se dentro questo campo potessi mettere una frase, una dicitura, io ci metterei: ecco qui il museo della sconfitta dell’umanità, perché l’odio è la sconfitta dell’umanità, la vittoria è l’amore”.
In questo mondo sconfitto dall’odio, sconfitto dalle rivalità, sconfitto dagli egoismi, noi vogliamo portare la gioia, donando un sorriso a chiunque.
E vogliamo sempre incominciare, perché in questo sta l’amore; l’amore di Dio sta in questo: che Dio ci ha amati per primo e noi vogliamo seguire il suo stile, perché un figlio di Dio non può non vivere la vita di Dio. Allora noi vogliamo andare incontro a tutti. Come altri lanciano bombe o lanciano sassi o lanciano corpi contundenti per uccidere persone che neanche conoscono, noi, a persone che neanche conosciamo, andiamo incontro con la forza di un sorriso. Talvolta, noi lo sappiamo, è difficile. La seconda strofa infatti dice:

restiamo semplici e piccole, di senape come un granello.
Maria ci aiuti a cantare, passando in mezzo al dolore.

Si capisce, talvolta, passare in mezzo a questo mondo, significa anche avere i piedi feriti, avere le mani ferite, ma noi sappiamo che più costa l’amore e più è vero. Madre Teresa un giorno uscì con questa frase che, lì per lì, stupì coloro che la sentivano: “Bisogna amare fino a soffrire – le chiesero: perché Madre? –
perché se l’amore si ferma quando si soffre non è più amore”.
L’amore è vero quando convive anche di fronte alla sofferenza, anche di fronte all’ingratitudine, anche di fronte all’incomprensione. Bisogna amare fino a soffrire.
Ed ecco la terza strofa:
spegnamo l’orgoglio del mondo, con l’umile gesto di pace,
tendiamo la mano ai fratelli, dicendo soltanto: ti amo.

Ho letto in questi giorni un libro che testimonia la sofferenza dei cristiani durante il periodo del totalitarismo in Russia e riporta una frase di un filosofo marxista il quale, in pubblica conferenza, disse: “Abbasso l’amore del prossimo” cose terribili e le ha insegnate:”Noi dobbiamo insegnare al mondo l’odio, perché soltanto con l’odio si può trasformare il mondo”.

Noi siamo in una posizione diametralmente opposta. Noi diciamo: evviva l’amore del prossimo e COLUI che ce l’ha insegnato.
Cosa sarebbe la nostra vita se non avessimo questo comandamento:
“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”? Saremmo davvero un nulla, saremmo in un lager; il mondo invece ha queste oasi, queste briciole di amore, perché questo comandamento, come lievito, agisce dentro la storia.
Come un lievito, alza talvolta anche delle zone tremende, pesantissime, perché ha la forza piccole radici che spaccano anche la roccia, spaccano anche la pietra, il cuore indurito della gente.
Sì, noi spegniamo l’orgoglio del mondo, con l’umile gesto di pace e mentre qualcuno grida – bisogna odiare – noi diciamo: ti amo, amo anche te e sono sicuro di vincere con l’amore. Questa è una vittoria che ha garantito Dio.
Saluto di cuore le briciole, vi porto con me nella preghiera e vi invio una grande benedizione. + Mons. Angelo Comastri

La gioia è di coloro che si donano
Signore fa’ che chi incontra me, pensi a TE!

Desidero incarnare ogni momento il tuo sì.

Aiutami MARIA!

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