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Lourdes 2009

Lourdes 2009

Lourdes 2009

Dopo la  via Crucis, a nome di tutte le briciole con alcune del Veneto, Liguria, Abruzzo, Umbria abbiamo acceso il cero.

TESTIMONIANZA di Luciano 

Carissima Carla, con gioia ho letto la tua lettera. Sì con gioia perché anche tu sei dono di Dio, Lui ti ha posto lungo il cammino della mia vita.
Nella tua mi chiedi il seguito di quella frase che ti ho detta a Lourdes: io sono una persona fortunata perché sento che Dio mi ama.
Ora non ricordo il seguito, però ti parlavo di come vivo la mia realtà, e ti ho detto quella frase non perchè in quel momento mi trovavo a Lourdes circondato da persone buone e disponibili, ma perché la vivo ogni giorno.
E’ da molto che sono cosciente di questa mia realtà “sentirmi amato da Dio”. Vivere la mia esistenza in una carrozzina e dipendere fisicamente e in tutto sempre dagli altri: non è facile, anzi… ma quando si ha Dio nel cuore e si vive questa croce con lo sguardo rivolto a Gesù, la vita cambia.
Vent’anni fa con la mia carrozzina elettrica riuscivo a muovermi nell’arco di una giornata, anche di 20 km, ma col peggiorare della mia malattia ora muovermi anche di soli 5 – 10 metri diventa quasi impossibile, mi costa molta fatica.
Dopo tanto cercare l’anno scorso ho trovato una carrozzina computerizzata. Provandola al momento sembrava potesse darmi la possibilità di muovermi con meno fatica di quella che avevo (e che ho attualmente). Ricordo che quella notte dormii pochissimo per la gioia di aver trovato una carrozzina che mi avrebbe dato un po’ di autonomia. Non era nei miei pensieri l’idea di muovermi (date le mie condizioni peggiorate), però il solo fatto che mi potessi muovere un po’ di più mi dava gioia.
Se la gente potesse capire e comprendere, anche minimamente, cosa vuol dire essere autonomi nei propri bisogni, non solo non si lamenterebbe più delle cose frivole, ma vivrebbe la propria vita pienamente come dono, non perderebbe un istante. Torniamo alla carrozzina nuova, dopo vari mesi (dovuti alle modifiche apportate), finalmente l’oggetto del mio desiderio, mi viene consegnato. Però purtroppo dopo un po’ mi accorgo che qualcosa non quadra, e non ci volle molto a capire che le difficoltà non erano dovute alla carrozzina difettosa, ma alle mie -non- forze che a distanza di soli 6 mesi erano ulteriormente molto peggiorate. Mi è impossibile descrivere la sofferenza che ho vissuto in quel momento.
Dopo qualche minuto passato in quell’angoscia ho alzato lo sguardo verso il Crocifisso e gli ho detto: “Gesù Tu sai quanto mi costa questo, però Te l’ offro perché Tu sei la mia pace e il motivo del mio esistere”.
Il mio cuore si rasserenò, anche se umanamente la delusione e il dolore erano grandi. Ti ho scritto questo fatto, per dirti che la croce molte volte pesa, costa fatica, quando poi si tratta di tutta la vita… però il Signore mi ha dato il dono del sorriso, quindi amo la vita così come mi è stata donata.


Mercoledì – 30 Settembre – Siamo sull’esplanade al termine della Processione  Eucaristica, in attesa della  benedizione.   Luciano è coperto dal mantello impermeabile col cappuccio grigio.

Fin da bambino conoscevo la mia realtà fisica e apprezzavo e godevo di tutto ciò che le mie condizioni mi permettevano di fare: muover le mani, scrivere, mangiare da solo, muovermi con la carrozzina, ecc…, ora queste e molte altre cose, le più normali, non le posso più fare, come mangiare, bere, soffiarmi il naso.non le posso più fare, cerco di vivere e di godere del dono più prezioso che Dio m’ha dato: il Suo Amore.
La settimana scorsa, a conclusione del mio pellegrinaggio a Lourdes, mi chiedevo sul come l’ho vissuto e cosa mi portavo a casa da quel luogo di mistero. Dopo una breve riflessione ho sentito che portavo con me “la felicità della Grotta di Lourdes”, la Grotta intesa non come immagine o ricordo, ma “l’amore di Maria” nostra MADRE.
Con affetto ti saluto, ciao.  Luciano

Cara Carla, scusami per il ritardo nel rispondere alla domanda:
Cosa è Lourdes per te?
L’ho rivolta anche alle mie amiche che hanno risposto così:
LUIGIA:
un’oasi del paradiso
LORETA: la fabbrica degli angeli
GILDA: luogo dove si dimentica la tristezza
CARMEN: dove si trova tanta serenità nel cuore.

Dei nostri ammalati,
lenisci il dolor,
che sian consolati,
dal dolce tuo cuor

Ave, Ave, Ave Maria
Ave, Ave, Ave Maria

Andrò a vederla un dì,
in cielo Patria mia,
andrò a veder Maria,
mia gioia e mio amor!

Al ciel, al ciel, al ciel,
andrò a vederla un dì.
Al ciel, al ciel, al ciel,
andrò a vederla un dì.

Ettore a Lourdes nel 2008

Quest’anno a Lourdes ho sentito tantissimo la mancanza di Ettore, che è andato incontro al Signore il 4 novembre dopo solo due mesi di malattia, e con me l’hanno sentita tutti gli amici che man mano di anno in anno, l’hanno conosciuto. Da più di 10 anni mi accompagnava a Lourdes, veniva da Matera, eravamo diventati una persona sola, aveva delle attenzioni che neanche un fratello può avere. Durenta il pellegrinaggio si assentava un pomeriggio e andava a far visita alla città St. Pierre insieme al gruppo di pellegrini di Imperia che là aveva conosciuto. Quell’appuntamento significava per lui l’adempimento di una promessa fatta tanti anni prima, di vivere la sua vita donandola. Il Signore l’ha trovato pronto per il suo Regno. “Ho terminato la corsa, ho conservato la fede” ha potuto dire e la sua vita, la sua dedizione agli altri ne sono stati un segno. L’ho affidato a Maria insieme a tutte le briciole che lui ha tanto amato e sostenuto con la sua attività e collaborazione.
Lui a Lourdes ha certamente sentito la presenza e l’abbraccio di Maria e sapeva trasmetterlo a tutti quelli che lo incontravano col sorriso, la disponibilità, l’accoglienza.
Le ultime parole che mi ha detto nell’ultima telefonata che gli ho fatto 10 giorni prima che morisse e che mi ripetè per tre volte, sono state queste: Carla preghiamo, preghiamo, preghiamo.
E’ questa l’eredità che mi ha lasciato, che ci ha lasciato:
preghiamo, preghiamo, preghiamo. 

Così la nostra lampada sarà sempre fornita d’olio e accesa per andare incontro al Signore. Ringrazio tutti di tutto  Carla Z.

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