LE MANI VUOTE…a LOURDES
Maria ti porto le mie mani vuote,
il mio cuore tanto povero, la cesta della mia vita
piena di non posso, non ho tempo, passa un’ altra volta,
piena di risentimenti, di divisioni in simpatie e antipatie,
povera di compassione, condivisione e di perdono.
Ti porto la Chiesa del tuo Gesù,
fa’ che ti accolga sempre, che sia umile e semplice,
come gli apostoli nel cenacolo, e impari tutto da te.
Prendi tutto Maria, mamma mia.
Brucia col fuoco del tuo amore ogni mia mancanza
Prendimi per mano e conducimi con te
sulla strada che porta a Gesù
Donami la speranza e la fede che ti ha sostenuta..
Aiutami a portare la mia croce, insieme ai miei fratelli,
fammi sentire la tua presenza quando ho paura,
stammi vicina come sei stata vicina a Gesù sul Calvario
dove, insieme a Lui, ci hai salvati. Sostienimi.
Fa’ che in ognuna di noi risplenda il tuo sorriso materno
e che tutti riconoscano in noi il volto del tuo FIGLIO GESÙ.
Tua figlia Carla e tutti gli amici tuoi. – 21 sett. 2010
Carissima amica/o, briciola del Pane del Signore
Come vedi quest’anno ho cominciato la lettera con la preghiera che prima di andare a Lourdes avevo scritto per gli amici che là avrei incontrato e che poi abbiamo letta quando abbiamo acceso il cero delle briciole, in quel momento c’eri anche tu, c’erano anche quelle che dal cielo si sono unite alla nostra supplica, e sono tante.
Il giorno seguente 30 ottobre alle ore 11 seduta davanti alla Grotta, ho scritto:
Cara MAMMA,
come molti anni fa, (1964) rinnovo oggi qui la mia promessa di vivere la mia vita con te come l’hai vissuta tu per Gesù, in Gesù che è nato e cresciuto nel tuo grembo e ti prometto di farti conoscere ed amare da quanti incontrerò fino alla fine della mia vita. Nel 1987, Anno Mariano, è cominciata la nuova pagina. Proprio qui davanti a te ho incontrato Ettore, Sandro, ora Ettore è in cielo con te; qui ho incontrato Don Edelwaiss, Padre Alfredo, Don Piero, me li hai mandati tu.
In quell’anno ho ricevuto più di 6000 cartoline dei santuari del mondo, le avevo richieste attraverso “Famiglia Cristiana”, alcune erano accompagnate da lettera. Centinaia di loro sono diventati amici, ora sono migliaia e tutto è nato qui, sotto la tua protezione. Qui a Lourdes ho scritto poi registrato la prima audio-cassetta lettera a un amico – che è stata diffusa in tutto il mondo attraverso IL SEME, e dall’ascolto di quella, si sono aggiunti centinaia di amici. Sei tu che ci hai fatto crescere, che ci unisci, che ci tieni tra le tue braccia, siamo tuoi, custodiscici come hai custodito e protetto Gesù nel tuo grembo. Grazie di tutto Mamma.
Oggi, che sono molto più debole, stanca e che le malattie si aggravano, ti chiedo ancora di farmi grembo di Gesù come lo sei stata tu: fammelo portare ad ogni creatura. Accettami così come sono, con le mie ribellioni, le mie paure, le mie speranze, i miei perché; dammi le risposte che ti davi tu quando seguivi Gesù e lo sentivi ora osannato, oppure insultato, odiato; quando vedevi che era capito, seguito, chiamato figlio di Dio, oppure cacciato come un indemoniato; quando lo vedevi stanco e non potevi farlo riposare…dimmi: Cosa ti chiedevi allora, cosa ti rispondevi? Cosa sentivi nel cuore verso quelle persone? Fammi conoscere i tuoi pensieri, perché nel Vangelo sento solo il tuo silenzio. Anche sotto la croce, quando sentivi il rumore del martello che conficcava i chiodi nella sua carne. Forse il silenzio è la risposta che aspetti anche da me, Un silenzio di preghiera, di perdono, di compassione per tutti, perchè tutti siamo santi e peccatori.
Ho il buio davanti a me, il buio per il futuro delle briciole, prendi questo buio, accendi la tua luce, conducimi sulla strada che sempre mi hai indicata con premura e attenzione di Mamma. Mandami l’angelo che è venuto ad annunciarti l’incarnazione, mandamelo a dire cosa vuole Dio perché le “briciole” continuino ad essere nel mondo il suo PANE e manifestino il tuo amore, il tuo perdono, il tuo abbraccio, il tuo bacio, perché siano le mamme che tutti desiderano avere, le mamme di ogni figlio di Dio e anche figlio TUO.
Sono qui davanti a Te MAMMA mia, non so se potrò tornare un altr’anno, lo desidero, ma se non tornerò vorrà dire che tu verrai da me. Te lo chiedo fin d’ora anche per i momenti che non ti cercherò, per i momenti che mi ribellerò, che ti sentirò lontana e mi sentirò disperatamente sola.
Vieni, prendimi per mano, conducimi tu in posto sicuro, stringimi forte, non lasciarmi andare.
Grazie per tutto quello che sei stata e sei per me, grazie per gli amici che mi hanno aiutata e mi aiutano a vivere, a crescere; grazie per i medici che mi curano e mi vogliono bene; grazie per i Sacerdoti che ho incontrato e guidato col loro esempio e virtù, vero dono di Dio , perché mi hanno fatto vedere il suo VOLTO buono e misericordioso. Tu sei stata sempre la mia difesa, il mio punto d’appoggio, la mia MAMMA. Grazie, TI AMO, dillo per me anche a Gesù. Carla
Ecco, cara briciola, come ho parlato a Maria a Lourdes, ero seduta nel piazzale davanti alla Grotta.
Eravamo sole, Mamma e figlia, figlia e Mamma. Ho pensato di condividere in questo Natale il mio colloquio con lei, le mie domande insieme alla mia e alla tua offerta di vita.
Io sono ricca del bene che ricevo da te, da ogni briciola. Come posso ricambiare tanto bene, se non con la vita che il Signore mi ha donata? Che cosa ho fatto io per essere stata scelta a questo particolare mezzo di diffusione evangelica con la posta? Mi sono ammalata da giovane, forse se non mi fossi ammalata la mia vita non sarebbe stata così. Non ho fatto io la scelta di vivere in questo modo, è arrivata la chiamata di Dio e ho detto sì. Pochi giorni fa un’amica 40enne mi diceva: “Io comincio solo adesso a capire… faccio i primi passi al seguito di Gesù. Come sono indietro”. Le ho risposto che l’importante è dire sì quando il Signore chiama, se si perde quel momento – diceva Don Piero a Lourdes più di 20 anni fa – non sappiamo se ripassa. Il Vangelo ci dice che non furono più chiamate le persone che avevano rifiutato l’invito alle nozze. Dobbiamo aver paura dei “no” e dire generosamente e ciecamente “sì”.
Il Vangelo racconta la parabola dei vignaioli chiamati a lavorare chi alla prima, chi all’ultima ora e che poi ognuno ricevette la stessa ricompensa. Questo cosa dimostra? che l’importante è rispondere quando siamo chiamati, da giovani o da vecchi, presto o tardi, non conta. E allora il ladrone salvato all’ultima ora cosa ci insegna? E’ bastato un “ricordati di me…”.
Rispondere sì è solo quello che ho cercato di fare nella vita, il resto è tutta opera di Dio.
Allora ringrazio Dio con te, insieme ad ogni briciola, così:
Grazie per ieri, per oggi, per domani, per sempre.
Grazie per quando non potrò più pronunciare questa parola.
Grazie a chi mi ha sorriso, il sorriso cambia il mondo e lo arricchisce.
Grazie a chi mi ha fatto soffrire, mi ha insegnato a vivere “la capacità di amare è misurata dalla capacità di soffrire” Paolo VI
Grazie a chi mi ha capita, a chi mi ha corretta, a chi mi ha guidata
Grazie a ogni briciola per l’esempio, per le preghiere, i sacrifici
Grazie a tutti per l’amicizia, il sostegno, gli scritti del cuore
Grazie perché la vita di ogni briciola è VANGELO vivo,
Grazie perché Dio si serve di noi, malate o sane, giovani o anziane, laureate o analfabete, per dire a tutti che LUI ci ama
Grazie perché il Signore ci ha chiamate ad essere persone di speranza.
Chi dona speranza, guarisce l’anima
Grazie, per sempre grazie, e solo grazie.
Per chi non lo sapesse ancora: Come sono nate e chi sono le briciole? Siamo un gruppo di amici che vogliono soltanto – come dice l’ inno – portare il vangelo nel mondo intristito dal male; vogliamo portare la gioia, donando un sorriso a chiunque, tendendo la mano ai fratello dicendo soltanto: ti amo – è questo il nostro programma. Ci muoviamo, sani e malati, attraverso la posta. Le offerte che arrivano servono per le spese di cancelleria e postali, per la stampa e l’invio dei libretti, quadruplicato per l’estero, per la riparazione e il ricambio dei vari apparecchi elettronici che uso e che sono indispensabili nel mio lavoro, poi – quello che resta ed è sempre molto – va alle missioni del PIME attraverso Padre Gheddo, ai Cappuccini in Centrafrica e in Perù e al SERMIG di Ernesto Olivero. Negli anni scorsi riportavo le risposte dei missionari, quest’anno per questioni di “peso” e di tariffe postali più alte, non posso. Ma io penso che la prima missione è vicino a noi. E’ facile inviare offerte, oggi poi basta anche solo un SMS, standocene comodamente in poltrona davanti alla TV, ma la fatica di mettersi il grembiule, di lavare i piedi, di ascoltare la persona disperata, di rispondere a un appello di aiuto attraverso una lettera, una telefonata, una visita, di fare la pace con chi ci ha offeso, di fare un pezzo di strada con la persona che si sente abbandonata rinunciando a un programma già stabilito, è molto, ma molto più difficile e raro, che inviare offerte. La prima e più importante offerta siamo noi stessi, ognuna di noi. Se non diamo noi stesse, non diamo niente. Ma è questa la vera vita della briciola. La posta scritta su carta è il nostro mezzo di comunicazione e di aiuto reciproco, il 90% delle briciole non ha la posta elettronica, ma quella normale rimane e rimarrà sempre la più cara al cuore e insostituibile, Questa mia casa è stata la culla di questa neonata e antica “creatura” vorrei rimanesse tale.
Per la gioia di tutti. Buon NATALE e BUON ANNO 2011 – CARLA…sbriciolata
Il CARD. ANGELO COMASTRI ha detto alle briciole nel 2006.
Io vorrei che capiste, care briciole, che cosa grande sta realizzando il Signore attraverso voi. Non fate morire questo patrimonio, non fate morire questa ricchezza, è una lampada accesa, se si spegne, vi assumete una grande responsabilità. Carla sa che deve passare la consegna a qualcuno, a chi? A voi. Voi, tutti insieme, raccogliete i suggerimenti che Carla vi sta dando, raccogliete le sue sollecitazioni e quelle che lo Spirito Santo vi sta inviando e fate in modo che questa rete di carità questo meraviglioso pane di tantissime briciole, continui, si allarghi e diventi esperienza di tante persone sole come briciole, ma che, messe insieme, possono formare il pane dell’AMORE
Carla Zichetti – Via Lagustena 146/14 – 16131 GENOVA – e-mail carla.zichetti@alice.it – www.bricioledisperanza.it
Carissime Briciole,
il biografo di S. Francesco che racconta del primo presepe vivente di Greccio dice che, durante la messa celebrata in quel luogo, il beato Francesco, essendo diacono, leggeva il vangelo e parlava del mistero del Natale. E, quando voleva nominare Cristo Gesù, infervorato di amore celeste lo chiamava «il Bambino di Betlemme», e quel nome «Betlemme» lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva «Bambino di Betlemme» o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole.Una bellezza da leccarsi le labbra. E’ proprio vero che quando tocchi con mano la dolcezza della presenza di Gesù nell’Eucaristia come quella nel volto dei nostri amici più in difficoltà, nella carne segnata delle nostre briciole, nell’umanità indebolita di coloro che nel cuore della notte ci svegliano per donarci la loro angoscia e la loro solitudine, è lì che vorremmo cantare: Gustate e vedete come è buono il Signore. Ecco il mio augurio per questo S. Natale: che possiamo assaporare la bellezza di veder nascere o risorgere nel cuore di molti la presenza dell’Amore.
Porto nel cuore tutte le briciole che ho conosciuto in questi anni e quelle che Carla, nella sua delicatezza, mi affida per la preghiera: a tutte l’abbraccio e la tenerezza del mistero del Dio fatto bambino.
PADRE ALFREDO – OMI
Carissime briciole AVE MARIA
pensando a voi, alla vostra semplicità, alla vostra disponibilità, alla vostra modestia, il mio cuore si rallegra e mi sento incoraggiato a continuare in quel po’ di bene che i miei limiti mi permettono. La nostra piccolezza è ancora l’unico rifugio, l’unica “grotta” nella quale il Signore ancora una volta può trovare posto.
Oggi, dalla solennità del S. Natale, il mondo ha fatto sloggiare Gesù. A Natale c’è tutto, tranne un posto per Lui, che dovrebbe essere l’Atteso, il Desiderato, il Festeggiato. Ricevuto lo sfratto dal contesto della festa, ora Gesù cerca alloggio “Ecco io sto alla porta e busso” (Ap.3) La nostra anima potrebbe sembrare una stalla, ma se c’è un briciolo di amore nel cuore di ogni “briciola”, a Lui va bene. In fondo, piccolo com’è, non ha bisogno di molto spazio, di ampie sale, di sontuose camere. Gli basta una mangiatoia che lo accolga con cuore semplice, impregnato d’infanzia, con contemplazione, silenzio e desiderio sincero di bene. Se questa è la nostra situazione, il mondo potrà rimanere nella sua freddezza, nella sua falsità, ma Gesù dolce ospite della nostra anima, sarà per noi luce, calore, forza, dolcezza e la sua festa di compleanno sarà sicuramente gioiosa e serena. Questo vi auguro di cuore e vi abbraccio. Il Signore vi benedica
DON EDELWAISS MONTANARI
ANCHE A TE, carissima briciola Buon Natale…
anche a te, che sei stanca e delusa di questa vita, e continui ad affidarti a Colui che è la Vera Vita
anche a te, che avverti nel tuo corpo il consumarsi delle forze
anche a te, che non ti accorgi che, mentre corri in ogni luogo a compiere opere buone, a casa ti attende chi ancora deve iniziare a camminare
anche a te, che riesci solo a lamentarti di ciò che non hai, senza riuscire a gioire di ciò che hai
anche a te, che sei disperata per la sorte dei tuoi cari, e non vedi che c’è già Chi ha pensato al loro Bene
anche a te, che hai ricevuto tanto in questa vita, e non riesci a trovare il modo di condividerla
anche a te, che vorresti tanto chiedere perdono a tuo fratello, e non sai da dove iniziare.
Buon Natale anche a te, carissimo peccatore, perchè Gesù torna ancora una volta
nella culla del tuo cuore, per salvarti con il Suo Amore.
FRA SAMUELE capp. briciola tra le briciole
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