Enter your keyword

Incontro Comastri

Incontro Comastri

Incontro Comastri

comastriecarla comastridocumentiMONS. ANGELO COMASTRI alle Briciole testo copiato dal video per Loreto luglio 2006

Vi sto parlando da Roma, e propriamente dal luogo dove l’apostolo Pietro è morto martire. In questo luogo Pietro ha confermato la verità delle parole che un giorno Pietro disse a Gesù: Signore tu sai tutto, tu sai che io ti amo. In questo luogo Pietro ha dimostrato di amare Gesù fino al dono della vita.

Mi sembra particolarmente bello inviare alle briciole un saluto da questo luogo.

Saluto Carla Zichetti, saluto tutta la bella famiglia delle briciole radunata a Loreto; non posso essere presente, però con il cuore sono con voi ed anche con una briciola della mia voce.

Vorrei innanzi tutto aiutarvi a capire chi sono le briciole, chi siete, potrei dire più esattamente, chi siamo. Se voi aprite i libri di storia, subito notate che i libri di storia parlano soltanto dei grandi personaggi come se la storia la facessero esclusivamente loro, mentre invece la storia la fanno anche, e io vorrei aggiungere, soprattutto le persone semplici, le persone umili, le persone piccole, le persone che ogni giorno si spendono per seminare bontà, per seminare pazienza, per seminare solidarietà, per asciugare le lacrime e sono queste le persone che umanizzano il mondo, perché traducono il mistero della bontà di Dio e lo traducono con briciole di concretezza. Queste persone sono il fondamento della società.

Guardando la Basilica di San Pietro si resta ammirati, perché è uno splendore, è una grandezza che si alza verso il cielo, ma forse molti si dimenticano che sotto questo splendore ci sono le fondamenta. Le fondamenta non si vedono, ma le fondamenta tengono in piedi tutta la Basilica. Anche nella società le fondamenta non si vedono: le mamme che nel silenzio di una casa lavorano, si consumano, tengono accesa la lampada della fedeltà, le mamme che si chinano sugli ammalati, quegli operai che lavorano silenziosi ogni giorno senza che nessuno batta per loro le mani, senza che nessuno ne parli per televisione, gli ammalati che nelle case pregano, si sacrificano, offrono…mandano messaggi di amore, mettono in onda tanta bontà; questi non si vedono, nessuno ne parla eppure sono le fondamenta della società.

Tra questa folla di persone c’è anche la FAMIGLIA DELLE BRICIOLE.

Come è nata la FAMIGLIA DELLE BRICIOLE?

E’ nata sicuramente per un disegno di Dio, perchè niente nasce senza che Dio lo voglia. Dio sicuramente aveva preparato nel suo disegno di bontà anche il progetto delle briciole. Carla, con l’orecchio attento della persona piccola, con l’orecchio attento della persona umile, con l’orecchio attento della persona sensibile, ha captato il desiderio di Dio e ha detto sì, ha detto ECCOMI ed è bello che siate proprio a Loreto, accanto al Santuario del sì, al Santuario dell’ECCOMI, a ritrovarvi ogni anno per radunarvi e mettere insieme le briciole per sentire e assaporare la bellezza del pane, perchè quando tante briciole sono insieme si sente la bellezza della famiglia, si sente la fragranza del pane.

Cosa ha fatto Carla? Carla è diventata un piccolo lievito, un pugno di lievito: un pugno di lievito di amore, un pugno di lievito di attenzione, un pugno di lievito di bontà concreta e questo pugno di lievito ha messo insieme la famiglia delle BRICIOLE. Io non so quante migliaia siano, ma sicuramente le briciole superano le 2000 persone, e questo è un fatto straordinario, chi può vantare una famiglia di oltre 2000 persone? E’ il miracolo della bontà. E’ il miracolo dell’amore. Carla è il lievito che coagula, il lievito che mette insieme e ha cominciato a stendere un piccolo statuto, uno statuto che poi voi ora dovete rivedere insieme a Loreto, lo dovete integrare, perché ogni briciola ha qualcosa da dire, ha qualcosa da dare. Intanto Carla ha messo al centro di questa coesione, la preghiera. Io vi leggo soltanto gli appuntamenti che lei ha pensato e mi sembrano particolarmente significativi:

  • tutti i giorni a mezzogiorno tutte le briciole dicono l’Angelus o almeno un’Ave Maria;
  • tutte le sere, le briciole si ritrovano insieme per dire un Padre nostro e un’Ave Maria; e questi appuntamenti sono belli, sono straordinari: sapere che in tanti in quella stessa ora pregano con la stessa preghiera, soprattutto con lo stesso cuore.
  • Ogni settimana – dice ancora Carla – Santa Messa e Comunione, però una comunione completa, una comunione che non finisce sulla porta della Chiesa, ma che continua nella comunione con i sofferenti, con gli ammalati, con le persone che hanno bisogno di noi, che ci tendono la mano; se hai fatto la comunione con l’amore di Cristo, devi essere pronta a dare la mano.
  • Ogni mese la confessione per buttar via tanta polvere di indifferenza, polvere di egoismo che tutti raccogliamo nella strada della vita.
  • Ogni anno il 15 agosto (anche questo è un appuntamento bellissimo) festa dell’Assunzione di Maria SS.ma al cielo, ogni anno il ricordo delle briciole che sono in cielo. E questo è un gesto di delicatezza che parte proprio dal cuore sensibile di Carla
  • Ogni anno il raduno delle briciole a Loreto

LA PREGHIERA

Ma non basta la preghiera. Specialmente – Carla ha detto:

Scopo delle briciole è interessarci gli uni degli altri, stare accanto quando ci sono momenti di dolore, momenti di sofferenza, momenti di buio; le briciole vogliono essere, nel mondo della indifferenza, il segno dell’amore e dell’attenzione.

E ora vi leggo soltanto alcune lettere che sono come tanti fiori che io raccolgo nel giardino delle briciole. La prima è una lettera di Chiara con la quale si apre il libretto di quest’anno, che è intitolato: QUESTA è VITA – parole dell’anima. Ebbene Chiara, che è di Pontida provincia di Bergamo, scrive a Carla e dice:

“Vi scrivo questa piccola lettera perché non potrò essere presente fisicamente con voi a Loreto. Mi chiamo Chiara e ho 27 anni. Conosco Carla da quando ero piccina perché le scrivevo insieme a mia mamma, con la convinzione di portare un po’ di sollievo a quella nonnina stanca e ammalata che corrispondeva con lei. Invece, quando un po’ più grandicella, ho avuto il dono di poterla andare a trovare e conoscere, mi sono resa conto che nella sua debolezza era lei a darmi tanta forza e coraggio. Non solo, aiutandola a riordinare la posta e le lettere, ho conosciuto anche alcuni di voi: Annamaria, Luciano, Comasia, Elisabetta, Elisa…tutte briciole preziose, amate dal Signore.

Sono qui per ringraziare ognuna di voi perché di fronte a Dio siete preziose, più di mille monete d’oro, più dell’universo. Viviamo in un mondo che rifiuta la debolezza, la malattia, la croce; in un mondo che cerca di mettersi al posto di Dio, in un mondo in cui vali solo se produci, in fretta e senza dare problemi, un mondo che si è appropriato del diritto di decidere se devi nascere o se devi morire solo perché i tuoi cromosomi non sono nella norma… un mondo che vorrebbe tutti magri, belli, simpatici, efficienti… Ecco, di fronte a questo mondo che sta andando alla deriva, voi siete la testimonianza più vera, che la Vita ha valore sempre, che è degna di essere vissuta anche se in un letto o su una carrozzella”.

Questo è un miracolo, una ragazza di 27 anni che parla così, è veramente un prodigio, perché va contro la mentalità corrente, va contro il vento dell’egoismo.

Un’altra lettera, un’altra briciola. Gabriele scrive a Carla e dice: “Sono Gabri, tu sai io sono un sieropositivo e la malattia è andata piuttosto avanti. Adesso sto ritornando in comunità, non so come andrà, in ogni modo (sentite che belle parole) io mi ricordo spesso un proverbio che diceva quando ero bambino. “Passa la vita vigilia di festa, muore la morte, il Paradiso resta”. E Gabriele sieropositivo dice a Carla: “Carla io sto aspettando il Paradiso”. E Carla risponde: “Eccomi a te, caro Gabri…”

Ecco la briciola, ecco l’accensione della lampada: c’è un bisogno, c’è un fratello in difficoltà, un fratello che piange e la briciola immediatamente si china; ed è questa tela, questa ragnatela di bontà che fa bella la famiglia delle briciole.

Ancora un’altra lettera, ma solo per darvi un saggio. Scrive una donna, una sposa, ed è una lettera del 22 marzo 2005, ringrazia Carla per il libretto. “Grazie per il libro bellissimo, leggendolo io mi sono commossa e mi ha aperto gli occhi. Era quasi un mese che io e mio marito non ci parlavamo, lui mi fa sempre soffrire. Allora sono stata io, spinta da non so quale impulso, ad andare da lui e ad abbracciarlo. Ho capito che dovevo essere io ad andare incontro a lui, è lui che ha bisogno di amore, perché non è capace di darne agli altri. Grazie Carla. Ogni volta che lui mi fa soffrire, io lo devo amare di più”.Questa è la briciola, ecco, sono questi i miracoli, nati da questa ragnatela di bontà che Carla ha costruito.

E ancora, un’altra briciola.

La briciola che scrive a Carla dice. “Sono stanca, stanca di far finta che tutto vada bene, sono stanca di fingere di essere forte, sono stanca di preoccuparmi di problemi organizzativi a scuola quando la testa è in tutt’altra parte, sono stanca, stanca, stanca….”. E sentite il miracolo della briciola. Carla risponde:

Carissima amica stanca. Sei stanca? Dillo a Gesù, anch’io lo dico con te e gli chiedo che mi risponda, perché proprio lui ci ha detto: “venite a me voi tutti che siete affaticati, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi consolerò”. Quanto è bello questo passo. Se nel mondo ovunque c’è un dolore, ci fosse accanto un cuore, il dolore sparirebbe.

Ancora, un’altra lettera molto bella, di una mamma e un papà che scrivono e raccontano a Carla: “Sai, nostro figlio dall’8 settembre 2001 non è più lo stesso, è diventato paralizzato a motivo di un incidente, ormai non si muove più, è – scrive questa mamma – completamente bloccato sul letto. Però – confidano a Carla – proprio perché avevamo il cuore pieno di fede siamo stati pronti ad accettare anche questa situazione. Nostro figlio dal giorno dell’incidente è cambiato, il suo cuore è diventato diverso, anch’io e mio marito siamo diventati diversi, (scrive questa persona, pensate ella dice addirittura): Mio figlio ormai è nato l’8 settembre 2001 cioè il giorno del suo incidente, perché in casa mia si è sbloccato l’egoismo e ha cominciato a circolare maggiore amore.

  • Io vorrei che capiste, care briciole, che cosa grande sta realizzando il Signore attraverso voi.
  • Non fate morire questo patrimonio, non fate morire questa ricchezza, è una lampada accesa, se si spegne, vi assumete una grande responsabilità.
  • Carla sa che deve passare la consegna a qualcuno, a chi? A voi.
  • Voi, tutti insieme, raccogliete i suggerimenti che Carla vi sta dando, raccogliete le sue sollecitazioni e quelle che lo Spirito Santo vi sta inviando e fate in modo che questa rete di carità questo meraviglioso pane di tantissime briciole, continui, si allarghi e diventi esperienza di tante persone sole come briciole, ma che, messe insieme, possono formare il pane dell’AMORE.

A tutti i miei più cari saluti e la mia più grande benedizione, che vi accompagna ogni giorno con la preghiera per Carla e per tutti voi.

+ Mons. Angelo Comastri

No Comments

Post a Comment