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CON UN ABBRACCIO TI DICO BUON NATALE 2007

CON UN ABBRACCIO TI DICO BUON NATALE 2007

CON UN ABBRACCIO TI DICO BUON NATALE 2007

Briciola carissima, ti piace questo augurio? Il Signore ci chiama ad essere il suo abbraccio, come quello che vedi qui nella foto che ho scattato a Loreto a casa di Francesca handicappata da oltre 30 anni, mentre suo papà Piero la trascina in un’altra stanza perché la sedia a rotelle non passa dalla porta. Lui nel suo abbraccio le sorride, non vede il difetto, l’handicap, è sua figlia, l’ama e questo basta a Francesca per fidarsi e affidarsi a lui. Così dovrebbe essere la risposta della “briciola”: dare fiducia, mettersi a disposizione, rispondere sorridendo. A Loreto Don Edelwaiss ci ha detto: sorridete, sorridete di più, salutate chi incontrate anche se non vi ricambia il saluto, altrimenti come potete testimoniare di essere felici di seguire Cristo? Chi ha voglia di seguire uno che non sorride mai o che si lamenta sempre di tutto e di tutti?

Intanto fai trasparire dalla tua vita che seguire Gesù non è bello, ma straordinario. Scrivi a qualche amico/a in difficoltà; la posta cartacea è il veicolo più usato che unisce le briciole, perché poche hanno il computer e il telefono per molti è una gran spesa. E poi,vuoi mettere, la gioia di uno scritto fra le mani che tocchi, che leggi, rileggi e ogni volta ti dà la carica? Non è così della telefonata, che vola nell’aria senza lasciare segno, anche se al momento riempie di gioia. Lo ripeterò finchè vivo: abbiamo bisogno di cose concrete, che si possano tenere, rivedere, rileggere. La posta è una di queste; costa più fatica, ma la fatica è la prova vera dell’amore.

Per vivere così non c’è bisogno di studi, diplomi, lauree, specializzazioni… le espressioni più belle le scrivono o le dicono le persone più semplici, alcune hanno frequentato solo le elementari e tante non sono arrivate nemmeno alla terza, ma hanno espressioni che non leggono da nessuna parte, vengono dal cuore, e quando è il cuore che parla, trapassa l’altro che ascolta. C’è un’amica che chiude sempre i suoi pensieri così: “ogni tuo scritto mi allunga la vita…” un’altra: “tu ci infetti di Dio” e qualche altra: “sei arrivata come il sole dopo la tempesta”. Ma lo sono anche gli altri per me. E’ un bene reciproco. Che gioia leggere certi biglietti e, alle volte, solo certe firme scritte malamente, quasi indecifrabili, perché la mano non risponde all’impulso del cervello. Sono firme di Dio!!! Tutti possiamo vivere così, se ci “importa” del prossimo, specialmente il più vicino. E’ troppo comodo interessarci del prossimo che sta dall’altra parte del mondo, se poi non siamo capaci di fare il minimo sforzo per chi ci sta accanto, guarendo rapporti spezzati, vecchi rancori, sorridendo anche a chi non sopportiamo, mantenendo le promesse fatte, facendo coraggio a chi non ne ha e, magari in quel momento, tu te lo senti scappare, essendo, in una parola, la presenza viva di un Dio che ama tutti e che non abbandona nessuno.
Questo è lo spirito della briciola. Ognuna, in questo modo, può farsi PANE DEL SIGNORE…Purtroppo a volte, anche nella Chiesa e nei membri che dovrebbero rappresentarla, non si trova questo PANE, nemmeno una “briciola”, tutti sono troppo indaffarati e affannati a fare, fare, apparire, organizzare…così le persone rimangono a bocca asciutta, la loro fame non è saziata. Vogliamo essere noi, tu, io, questo PANE? Con la preghiera ci riusciremo, senza preghiera no. La gente che seguiva Gesù lo capiva, perché sentiva che lui l’amava.

Le briciole vorrebbero dimostrare che le parabole del Vangelo si avverano anche oggi, quei fatti possono ripetersi, perché Gesù parlava a degli uomini, non a degli angeli… e così anche adesso, ci sono i samaritani che si chinano e si prendono cura dei malati, specialmente di quelli che non vuole nessuno, ci sono genitori che aspettano (insieme a Dio) il ritorno dei loro figli… non importa che tornino perché hanno fame e non hanno un tetto, tornano e basta, fanno festa e la pace ritorna, perché amare vuol dire donarsi senza giudicare, aprirsi all’ansia dell’altro, farsi carico del suo bisogno e del suo dolore.

Conosco famiglie che, come Maria, stanno ritte sotto la croce; hanno il figlio o il marito o l’anziano genitore in croce come Gesù, e, insieme alle medicine, fanno loro la cura dell’abbraccio, della carezza, del bacio, come vedi qui accanto. Dove trovano la forza di sorridere e di far coraggio? Sono sostenute dalla forza di quello sguardo e di quella voce che dalla croce ripete loro: “Ecco tua Madre”, non avere paura, Lei è con te. Queste
testimonianze mi vengono dalla posta e dal telefono, dai racconti a viva voce – e io mi sento piccola, piccola, di fronte a questi eroi. E dove sono nascoste le tante briciole, da tutti sconosciute, che rispondono a chi chiede loro aiuto anche di notte e si fanno compagni di viaggio, angeli della notte, ascoltando e dando speranza, sicurezza a chi ha paura, a chi non spera più nella vita, perché la salute non torna o perchè si sente abbandonato o tradito da persone di cui si fidava…anche in famiglia…e potrei continuare a non finire.

Queste “briciole di speranza” ognuna di noi può donarle. Anche tu piccola e preziosa briciola che stai leggendo questi strani auguri e magari sei a letto, soffri e non sei sempre capita e aiutata come desideri; ma è stato capito e aiutato Gesù nel suo patire? Sono stati capiti i santi che, per il bene che hanno fatto, sono stati calunniati, uccisi? Eppure la nostra salvezza, la nostra gioia sta solo in questo. Ha scritto Lewis: il Paradiso è quando l’uomo dice a Dio “sia fatta la tua volontà”. Ma occorre vivere questa realtà nell’intimo dell’animo sempre, quando nessuno ci vede se non Dio, pregandolo incessantemente di aiutarci. Allora sì che trasmetteremo la gioia di vivere che è: amare e donarsi.

Dovremmo ricordare sempre che il bene costa, e quanto costa…A Gesù siamo costati la vita…niente è gratuito, cioè senza rinuncia, con sacrificio, ma è una rinuncia che non toglie, ma dà, è un sacrificio che dà gioia. La risurrezione è la conferma di questa verità.
Chi rinuncia a vivere per gli altri con amore, si scava la fossa ancora prima di morire e vive nella tristezza, gli manca sempre qualcosa, perchè non dona niente”. Padre Bossi all’incontro di Loreto ha detto, con le lacrime agli occhi: Qui in Italia c’è gente che davanti a un piatto mal condito dice: che schifo! Nelle Filippine i miei ragazzi, quando trovano un po’ di cibo nella spazzatura, ringraziano Dio.
All’incontro di Loreto ci siamo date un programma con una parola sola: ESSERCI, che vuol dire:
ci sono – eccomi – sì – non avere paura – non stacchiamo mai la spina dal cuore… Il Card. Siri ha detto all’inaugurazione della nuova sede Unitalsi di Genova nel 1988 “il pellegrinaggio, non deve essere altro che il momento della raccolta di quello che si è seminato durante l’anno” L’ho sentito io dire queste parole e le ho registrate. Questo è il fine dell’incontro annuale a Loreto per chi ha la possibilità di partecipare. Non è necessario farne altri, l’importante è viverlo a casa, come ha scritto Gianni da Parona PV: è qui in questo metro quadrato di terra che si decide della nostra vita, della nostra eternità.

O come ha scritto Carmela da Ragusa: Ho sentito l’impulso a seguire quello che ci ripeti sempre: ognuna di noi ha bisogno di segni tangibili, di persone, di cose che si possono leggere e rileggere e tenere nella mano e sul cuore, quando sembra che nessuno ci pensi e che anche Dio non ci dia risposte. Io ho trascritto tutti gli indirizzi e i numeri di telefono delle briciole conosciute a Loreto e mi sono ripromessa di scrivere un piccolo saluto periodicamente a ognuna e di stimolare anche gli altri in questo senso. Pensa un po’ se ogni briciola facesse come Carmela con le persone che conosce, non sarebbe davvero un modo concreto per ESSERCI ?

Nell’attesa di un abbraccio senza fine, nella casa del Padre, ti auguro ESSERCI SEMPRE con la lampada accesa per essere luce e speranza dove c’è buio e sconforto e allora sarà per te e per tutti Natale, anche il Venerdì santo. Ti abbraccio sorridendoti e grazie a tutti per quel che mi donate.
Natale 2007 – Carla briciola sbriciolata

 

I MISSIONARI SCRIVONO

Decine e decine sono le lettere che mi giungono dalle missioni, ma qui ne riporto solo alcuni stralci…

SEBHA – Libia –Vivo a Sebha nel deserto del Sahara, sono qui da 17 anni . Il mio lavoro pastorale consiste nella cura di cinque comunità dei cosiddetti “immigrati illegali” che si fermano qui in attesa di tentare di passare il mare. E’ venuto Padre Gheddo e mi ha lasciato un dono di 2000 euro delle “briciole” che ringrazio anche a nome di coloro che beneficeranno.
Padre Vanni

KASHIMA – Giappone – Mentre si avvicinano le sante feste, invio a lei e alle “briciole” i miei fervidi auguri.
Raccomando tanto alle vostre preghiere questa lontana missione. Con tanta riconoscenza.
Padre Lorenzo

RWANDA – Africa – Sono particolarmente interessato alle “briciole” per il fatto che consentono alla mia missione fra i malati di AIDS, di proseguire facendo sentire loro la vostra solidarietà, perché siamo insieme sulla stessa strada. Maria Vergine protegga le “briciole”.
Don Egidio

SAWACLUNTO – Indonesia – Ho appena passato un periodo di malattia molto, ma molto triste; la sua letterina mi ha confortato. Faccio a lei e alle “briciole” tanti auguri. Fino a quando vivrò farò il missionario anche se debbo affrontare tante piccole pene, Vuol dire che siamo vivi. Facciamo il bene finchè possiamo, al resto ci penserà Gesù. Grazie alle “briciole” e a lei per la vostra bontà e generosità.
Padre Ferraro Pasquale SX

CENTRAFRICA – Padre Enzo mi ha inviato un consistente aiuto delle “briciole” per le briciole umane di qui: tanta brava gente, innumerevoli (un fiume) di bimbi che hanno bisogno di tutto, di essere amati e seguiti. L’anno che viene sia per le “briciole” tutte, un anno di apertura totale agli altri e a COLUI che troviamo in loro. Quello che fate a questi bimbi lo fate a me. Eppure il futuro di questa umanità africana è un tesoro per il mondo intero. Grazie infinite a te, a tutte le “briciole”. Gesù sia con voi.
Padre Valentino Cappuccino

INDIA – RANCHI …Vivo in un altro mondo nel quale sono contenta di trovarmi. Perché? Perché in questo mondo diviso tra ricchi e poveri, tra nord e sud, tra persone che contano e persone che non contano, tra persone preoccupate a curare la dieta e persone preoccupate a curare la tubercolosi, il colera perché non hanno acqua potabile…preferisco essere tra questi ultimi. E’ come sentirsi al sicuro. Sembrerà strano, ma è così. Molta gente si sente sicura quando è vicina ai potenti, quando ha amici fra le persone importanti…
La mia “sicurezza” è trovarmi in mezzo a persone che di sicurezze non ne ha, è poter condividere e portare dentro di me la fatica di vivere di tanti fratelli e sorelle. E’ essere accanto a chi è debole, a chi non ha voce. Certo vorrei essere voce di chi non ha voce, ma come fare? E’ una povertà che accetto e offro. Ma qualcosa posso fare. Posso soffrire con loro, vivere sotto lo stesso cielo, posso semplicemente “essere” dalla loro parte. La maggior parte dell’umanità vive in questa o simile situazione. Sono contenta di essere qui, qui sono e rimango una “straniera” una che è dalla parte di chi può avere tutto con facilità.
Grazie per il vostro grande cuore, sappiate che una parte di voi è qui; sono qui anche a nome vostro. Io ho bisogno di voi e voi avete bisogno di me. E’ meravigliosa questa solidarietà nell’amare e nel servire. Siamo tutti missionari e che il vostro essere missionari con me vi riempia di gioia. Un immenso grazie
Suor Franca

natale2007g

BUON NATALE E BUON ANNO 2008 A TUTTI
Briciole carissime,
Vorrei celebrare il Natale di quest’anno facendo memoria nel mio cuore e nella mia vita della parabola del buon samaritano. L’incarnazione del Figlio di Dio è il discendere amorevole, tenero di Dio sulla strada dell’uomo non per un incontro casuale, ma per un desiderio divino di abbracciare e baciare le ferite dell’uomo, di curarle e ridonargli tutta la sua dignità. Di più ancora: il buon Samaritano si è fatto lui stesso bastonato, derubato, ferito: l’Amante (Dio) e l’amato (l’uomo) hanno lo stesso volto: “Qualunque cosa hai fatto al più piccolo dei miei fratelli lo hai fatto a me”.
Incontrando molte di voi, durante i giorni di Loreto, ho sentito la serenità, ma insieme la crudezza del volto di queste ferite. E vi ringrazio di avermi dato la possibilità di averle toccate con mano.
Ma vorrei affidare a ciascuna di voi e portare insieme con voi, in questo Natale, il volto nascosto di molte piaghe morali, spirituali e psicologiche. Se ne parla meno perché non è facile descriverne la storia e denunciarne le cause. Sono spesso chiuse nelle case e non hanno voce. Si ha paura di parlarne e il disagio del volto ferito da questo male di vivere, provoca vergogna e chiusura.
E’ su questo volto che il Buon Samaritano, Gesù, oggi si china, anche attraverso il nuovo servizio che mi è stato affidato, quello del “Centro la famiglia” e scuola consulenti. E vorrei che ci facessimo carico tutti anche di queste espressioni, meno appariscenti ma altrettanto dolorose ma con fiducia, con speranza, perché se “il Verbo si è fatto carne”, è il “Senso della vita che si è fatto carne” e noi lo abbiamo incontrato; ci ha ridato il sorriso, il coraggio, l’ardore di andare avanti e, perché no, anche il coraggio di testimoniarlo.
Ci auguriamo l’un l’altro, per questo Natale, di poter versare l’olio della misericordia e il vino della gioia in ogni cuore che incontriamo. E’ questo l’augurio che ci facciamo in questo Natale che la misericordia di Dio ancora ci offre.
Vostro p. Alfredo omi

Cari amici “BRICIOLE”
vi voglio bene. Voglio bene a ognuna di voi per quello che è, oserei dire che vi invidio perché tante fra voi, che avrebbero diritto a lamentarsi, si fanno invece, speranza del mondo, senza clamore, con tanta umiltà. Oggi voi fate parte di quel piccolo gruppo di giusti dei quali Gesù dice: “Non temete piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre di darvi il Regno”.
Voi siete la bellezza di Dio sulla terra, voi siete la speranza che tanti come me cercano, perché il mondo sia migliore. Io sono orgoglioso di essere amico di Carla e amico vostro.
Non conta conoscerci, conta amarci e stimarci nel cuore e io vi amo e vi stimo. Non vi auguro buon Natale, vi auguro Buona Giornata, perché per persone come voi e come me ogni giorno è Natale quindi ogni giorno ci auguriamo
Buona Giornata.
Il vostro amico Ernesto Olivero

AVE MARIA !!!

Guardavo, in una notte serena, il firmamento pieno di stelle e ho pensato: “Ma guarda quante briciole luminose sparse per il cielo. Adesso capisco perché il Signore Dio abbia scelto una di quelle per guidare i Magi a Betlemme; stella umile, piccola, ma luminosa”.
Proprio come le briciole, umili, piccole, ma chiamate a portare, con la loro vita, resa luminosa dall’amore, le anime a Gesù.Capito ???
Buona missione… e buon Natale, carissime briciole.
Don Edelwaiss

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