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Vite fragili sostenute dall’amore

Vite fragili sostenute dall’amore

Vite fragili sostenute dall’amore

Non finirò mai di ripetere che lo scritto è sempre un regalo per chi lo riceve:… ti penso e ti scrivo perché m’importa di te, perché ti voglio bene. Lo scritto mi parla e mi fa coraggio ogni volta che lo leggo; anche dopo anni e anni è sempre come se lo leggessi per la prima volta.
Alcuni giorni fa mi ha scritto Roberto, un amico di cui non avevo notizie da più di due anni. Ogni tanto riguardo gli indirizzi, quelli che sono segnati da una crocetta rossa indicano l’assenza di notizie. Sapevo che Roberto era andato in pensione. Lavorava come infermiere in una casa per handicappati gravi, malati e anziani cronici e disabili  “La Nostra Famiglia”  fondata da Don Luigi Monza. Gli avevo mandato una cartolina chiedendogli il perché di tanto silenzio. Mi ha risposto che ora è volontario in una casa di riposo  del suo paese e mi scrive:

briciole di ottobre

– Ogni giorno vado a trovare due sacerdoti malati e anziani. Uno di 94 anni, mi ha detto che non riesce più a leggere ogni giorno tutto il breviario e gli dispiace. Sai cosa gli ho risposto? –  “Quando sei stanco chiudi il breviario, lo finisce il tuo angelo custode”. E il sacerdote ha sorriso.

Carla, ho capito che questo impegno con i malati è stata per me  una vera vocazione voluta dal Signore. 25 anni fa Lui mi ha fatto entrare nel mistero del dolore, alle volte non sempre comprensibile. Per questo gli ho chiesto spesso: “Perché Signore tanto dolore? Perché mi hai messo in mezzo a tanta sofferenza?” ma il dolore assistito, condiviso si è tramutato in grazia e benedizione ed ora che sono in pensione, sono in continua preghiera e ascolto, e ritorno spesso e volentieri in quella santa casa “La nostra famiglia”.  La settimana scorsa mi hanno chiamato perché è morto un uomo di 32 anni che avevo preso in cura da ragazzo all’età di 15 anni.
Quante cose avrei da dirti, sono certo che un giorno ci incontreremo, ma siamo sempre insieme nell’amore di Dio che si fa luce, ascolto, speranza, bellezza, purezza per ogni persona che incontriamo, diventando così gioia di donare e di donarsi.
Carissima, ti voglio bene  e vorrei trasmetterti questa gioia, vorrei che tu la sentissi per un solo attimo, per averti avuto come vera, sincera, paziente amica. Dio sempre ti benedica. Roberto

GIUGNO 2012

– Vorrei venire a Loreto, ma sono impossibilitato perché devo seguire momento per momento mia moglie di 86 anni, poliomielitica dall’età di due anni. Una donna e una moglie meravigliosa che Dio mi ha voluto donare senza nessun mio merito; madre amorosa dei nostri tre figli che l’adorano, dandosi il cambio per ogni sua necessità. Mia moglie, quando venne in Toscana, molti anni fa, dimorò per vari anni in una casa di accoglienza di giovani lavoratrici. La direttrice di allora scrisse un po’ la storia di queste ragazze, e quindi anche quella di mia moglie. L’incontrai allora e me ne innamorai. Siamo entrambi grati a Dio per i suoi immensi e gratuiti doni giornalieri, che ci rendono comunque sereni e fiduciosi.  Vittorugo

1 OTTOBRE 2012

– Mi ha scritto Angela: “Grazie per la lettera che hai scritto al Direttore di Avvenire. Leggendola ho rivissuto la mia vita con mio marito Aldo. Era medico ospedaliero, Primario. Non ha mai fatto libera professione. Diceva: l’operaio vive col suo stipendio, io, noi, dobbiamo vivere col nostro. E poi c’è la Provvidenza! Ha sempre dato senza misura, abbiamo pensato ai nostri tre figli: laurea, casa e tutto ciò che era necessario per crescere. Ogni volta che dava, prima mi chiedeva: “Ci restano i soldi per il funerale?”. Non ho mai capito questa sua preoccupazione, forse che la Provvidenza pensa a tutto, ma non al funerale?. Ma quando è morto, dopo 8 mesi di letto senza mai mettere i piedi in terra, i soldi per il funerale non c’erano. Ha provveduto un figlio. Come medico voleva che i malati non fossero trattati come numero o caso, ma come persona degna di ogni attenzione e rispetto. Leggere la tua lettera al Direttore “IL BENE CHE C’È. E CHE SERVE”, è stato ed è come leggere le Beatitudini “vissute” e tutte le opere di misericordia rese nel quotidiano. Grazie per le buone notizie che diffondi. Ne abbiamo bisogno: E’ vero: “fare il bene è dare se stessi”. Un abbraccio Angela Maria.

DICEVA MADRE TERESA DI CALCUTTA:

Non permettere mai che qualcuno venga a te
e vada via senza essere migliore e più contento.
Sii l’espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri e a tutti quelli che soffrono
nella carne e nello spirito, offri sempre un sorriso gioioso.
Dai a loro non solo le tue cure, ma soprattutto il tuo cuore.

Ringrazio il Signore che mi ha concesso di poter scrivere ancora questa briciola. Tutto suo dono.
E ringrazio le tante briciole che rispondono aggiungendo le loro riflessioni ed esperienze. Grazie
Con amicizia Carla Z.

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