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Un uomo scendeva da Gerusalemme all’Aquila…

Un uomo scendeva da Gerusalemme all’Aquila…

“ Ed ecco,un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso“.
Gesù gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”.
Gesù rispose: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…”. (Luca 10,25-30 ).
Nei giorni trascorsi alla tendopoli di Piazza d’armi a L’Aquila, dal 9 al 20 aprile, periodo successivo al tremendo terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo e tutto il popolo italiano, questa domanda ha risuonato spesso nel mio cuore e credo nei cuori di tante persone accorse per portare aiuto, sostegno e presenza viva e partecipata a persone che in un istante si sono viste distruggere una vita di lavoro di fatiche e di affetti.
Farsi prossimo e nello stesso tempo avvertire di essere bisognosi del prossimo, dell’altro, di Colui che ci rivela chi siamo e dove stiamo andando.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…”.
Quante persone erano in cammino verso…,diretti a…, con lo sguardo rivolto…,
“e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto”; in una manciata di secondi la terra trema e tante persone perdono i propri cari, la propria casa, il proprio lavoro, e anche la speranza di un futuro prossimo.
Speranza che subito non si riesce a trovare negli occhi di tanti fratelli e sorelle.
Cerco, cerchiamo di attivarci per farci prossimo come possiamo: innanzitutto con la vicinanza nella preghiera, poi con la  presenza affettiva e affidabile. A chi? Al prossimo.

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Allora mi accorgo che anch’io vacillo nell’intravedere un futuro prossimo: come intravederlo da una tenda così fragile, permeabile, violabile???

Bruno, alle soglie dei 70 anni, una sera dopo cena, con una mano sulla mia spalla, mi ha confidato:  “ Sono disperato perché ho perso tutto e non ho neanche la fede !!! Nel terremoto ho perso la mia compagna con la quale vivevo da 17 anni. Sono un alcolista e ho alle spalle due matrimoni finiti. Credo in Gesù come persona straordinaria per ciò che ha fatto, ma non come Figlio di Dio. Dio non esiste, è un’invenzione della Chiesa!”.
Dopo aver ascoltato Bruno per più di un’ora, camminando attorno alla pista della tendopoli, gli ho detto che, prima di andare a letto, desideravo fare una preghiera con lui davanti al tabernacolo nella  tenda-cappella: ha accettato! Insieme abbiamo detto il Padre Nostro. Penso che sia stata la preghiera più vera nella vita di Bruno.
Ecco che nel luogo (la tenda) avviene l’Incontro con la persona, il prossimo.
Allora in quella tenda così precaria, ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola, si riveste di un abito nuovo, delicato, rispettoso, fraterno.
…gli fasciò le ferite, versandovi sopra olio e vino…e si prese cura di lui”.

Non posso dimenticare gli occhi lucidi di una giovane mamma che, seduta con i figli e il marito accanto al proprio camper, posto davanti alla sua abitazione pericolante, accoglieva con gentilezza noi frati offrendoci un caffè, era il giorno successivo al funerale della sua giovane sorella e della sua bambina morte sotto una trave della loro casa crollata. Nel suo grande dolore, trovava ancora il modo per farsi prossimo a noi, col suo caffè e la sua accoglienza. Salutandola le dissi che il giorno successivo, Domenica di Pasqua, avrei ricordato sua sorella e la nipotina nella mia preghiera.

Che tenerezza, gli anziani! Quanti ne ho incontrati! Tenerezza particolare l’ho trovata nella tenda di due sorelle Altina ed Elisa, entrambe oltre gli 80 anni e con gravi problemi di salute, accudite 24 ore su 24 da Maria Assunta, figlia di Elisa e dalla nuora Rina. Due angeli che, con amore e gioia nel volto, si alternavano nell’assistenza alle due simpatiche nonnine senza lasciarle mai sole.

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde all’improvviso…sotto un terremoto!!!

E’ estate, tanti potranno andare in vacanza…quanti saranno quelli che le trascorreranno facendosi prossimo di chi non ha più un tetto e ha l’anima ferita ??? e vive sotto il caldo soffocante di una tenda ??? Forse anche tu che leggi, desideri versare olio su qualche ferita ??? Come ???

E subito penso alla mia prossima vita e “ sento di non aver amato mai abbastanza” ( da “Avrai” di Claudio Baglioni ) i miei prossimi più prossimi.

Oh Gesù, mio e nostro Buon Samaritano,
rendimi, rendici attenti alla Tua Presenza più prossima:
presenza Eucaristica incarnata nell’Amore agli uomini.

Fra’ Samuele, briciola cappuccina.

La briciola di questo mese la regala Frà Samuele… falla conoscere. Carla

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