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Salutatemi con una carezza… Patrizia

Salutatemi con una carezza… Patrizia

briciola giugno

Mirella con Patrizia

Oggi voglio raccontare  una storia, un fatto, che ho vissuto in prima persona qualche giorno fa.

E’ venuta a trovarmi in Romagna, dove risiedo, Mirella Marongiu.  Mirella era sposata con Carlo, morto per SLA, in Sardegna, lo scorso mese di settembre 2008.

In undici anni di malattia,  dolore, sofferenza, ma anche tante emozioni positive, Carlo e Mirella hanno ricevuto la grazia di riuscire a vivere e affrontare quella loro terribile realtà con serenità. Ci sono “stati dentro” senza censurare nulla. Pensate che Carlo, negli ultimi anni, completamente prigioniero nel suo corpo (muto, immobile, attaccato a un respiratore) non riusciva neppure più ad aprire e chiudere gli occhi, quindi a comunicare. E questa splendida donna, Mirella, è sempre stata al suo fianco e insieme i due hanno partecipato a una vita diversa. Sì, diversa da quella che noi ci immaginiamo nei nostri schemi perfettini da geometri dell’esistenza; ma anche la loro era vita vera! E da quella straordinaria coppia sono nate tante gemme, tante perle, tante amicizie in tutta Italia.
Ma torniamo a noi, all’altro giorno. Con Mirella siamo stati a pranzo fuori poi l’ho portata alla Casa della Carità di Bertinoro (Forlì) per incontrare di persona, per la prima volta, Patrizia Donati, una donna che 15 anni fa è stata colpita da ictus e che da allora è ridotta pressapoco come Carlo Marongiu: il marito di Mirella. Non si muove e non parla,  Patrizia comunica con gli occhi.

Le storie di Patrizia Donati e Carlo Marongiu le avevo raccontate nel mio libro (2007) L’inguaribile voglia di vivere e da quel volume sono nati rapporti, lettere, amicizie, telefonate. Ma Mirella e Patrizia non si erano mai incontrate di persona.

L’incontro fra queste due sante viventi è stato di un’intensità incredibile, paurosa e straordinaria. Io dovevo tradurre in parole i movimenti degli occhi di Patrizia.
A un certo punto Patrizia ha chiesto a Mirella: “Mi fai vedere una fotografia della tua nipotina, Carlotta?”. A quella domanda dagli occhi di Mirella è scesa una lacrima.
Patrizia con gli occhi – e io ho tradotto con le parole -, ha voluto dire a Mirella: “Non essere triste”. Mirella ha risposto: “Sai Patrizia, Carlotta è nata pochi giorni dopo la morte di Carlo. Carlo sognava di poter diventare nonno, ma non ce l’ha fatta. per questo sono triste”. E comunque, Patrizia consolava Mirella.
Uno pensa: o siamo tutti matti oppure c’è qualcosa di misteriosamente splendido in questa nostra esistenza. Alla fine dell’incontro, ho chiesto a Patrizia: “Vuoi dire ancora qualcosa a me, a Mirella e agli amici (5) che sono con noi?”. Patrizia con gli occhi mi ha dettato questa frase: “Salutatemi con una carezza”. Mentre ci saliva il magone (mica bisogna ignorarlo il magone!) l’abbiamo accarezzata tutti.
Ecco di cosa ha bisogno la mia amica Patrizia, disabile gravissima; ha bisogno di una carezza.
Ma forse mica solo lei! Anche noi “sani” avremmo bisogno di un’interminabile carezza.
Io, e gli amici che erano con me, siamo stati fortunati quel giorno: l’abbiamo ricevuta quella autentica, dolorosa, gioiosa (sì, dolorosa e gioiosa: non ci sono contraddizioni) carezza.

Massimo Pandolci

La briciola di questo mese la regala Mirella… falla conoscere. Carla

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