In cammino…
Ironia della sorte… Dopo avere scritto tante lettere, dopo aver scambiato tanti messaggi con vecchi e nuovi amici, qualche anno fa, a seguito di un “imprevisto” mi è capitato di scrivere a me stessa.
Non mi sono, però, rivolta alla Ornella “efficiente”, a quella un po’ impaziente quando le cose non vanno come vorrebbe, a quella che si prodiga per rendere le cose un po’ più facili a chi le sta attorno (e magari a volte gliele ingarbuglia…), che cerca di anticipare i desideri delle persone a cui vuole bene (rischiando forse di essere un po’ “invadente”), alla Ornella che pur “correndo”, come impone un po’ la vita odierna, cerca di fare ogni cosa con la dovuta attenzione, “mettendoci il cuore”…
Ho scritto ad una Ornella diversa: Ornella immobile… Nel 2009, infatti, una caduta, mentre ero nel pieno della vitalità, mentre mi sentivo padrona del mondo, mi ha costretta ad una lunga pausa…
Allora mi sono chiesta:
Cosa vuol dire realmente “fermarsi”? Semplicemente non andare a lavorare, non uscire, non svolgere le faccende domestiche? Sicuramente non solo questo!
E’ vero i miei familiari a casa e qualche collega in ufficio sono certamente condizionati dalla mia immobilità, le loro attività si sono appesantite anche del mio fardello ma, ovviamente, le cose vanno avanti comunque!
In fondo l’unica ad essersi fermata sono io… O meglio il mio fisico; posso muovermi a destra e a sinistra ma in linea di massima la mia giornata, nonché le mie nottate sono scandite dall’immobilità…
Ma quanto movimento intorno a me!!!
I miei cari si prodigano per farmi stare nel migliore dei modi, fanno tante cose per me, al posto mio… E’ grazie a loro che io continuo a lavarmi, a mangiare, a chiacchierare. E’ grazie alle numerosissime visite, telefonate e agli innumerevoli messaggi che io continuo a sentirmi in contatto con il mondo. E’ grazie ad una catena di preghiera che io continuo ad alimentare il mio desiderio di preghiera. Non posso quindi che ritenermi estremamente fortunata… quanta gente è sola ed incompresa nel dolore!? E’ davvero un grande dono tanto movimento intorno a me!!!
E nel frattempo la mia mente che fa? Mi guardo con un po’ di stupore: non solo riesco a mantenermi estremamente paziente (raramente mi affliggo) ma posso considerare questa “stasi” come un semplice esercizio di pazienza??
Ho riflettuto: sarebbe troppo poco e troppo facile anche..
Ritorno al momento in cui mentre raccoglievo le olive sono caduta sulla schiena… Chi mi ha “sbattuto” nell’unico tratto di terreno in cui mi sarei procurata il minor danno possibile, dandomi la forza di non versare neanche una lacrima, anzi facendo sì che potessi subito rassicurare i miei in quanto potevo muovere le gambe e le braccia…???
“Le cose non capitano solo agli altri!” mi sono detta, sentendomi miracolata!
Diagnosticatami la frattura e schiacciamento di una vertebra ho continuato a ripetere a chi veniva a trovarmi: “Poteva andare peggio!”
Riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno non è solo un atteggiamento mentale; è un dono di Dio! E in questa mia vicenda i doni di Dio li sto toccando con mano: riesco a mantenermi non solo paziente, ma anche sorridente, autoironica, positiva, incoraggiante con me stessa e con gli altri, soprattutto nel periodo di degenza ospedaliera quando ho rivolto a tanti parole di incoraggiamento e di conforto.
Mi rendo conto quindi, quasi per caso, che in fondo mi sto limitando a testimoniare la presenza del Signore nella mia vita, facendo piccoli passi avanti nel cammino di fede.
Continuo però a chiedermi a cosa è mirata questa mia lunga, imprevista pausa?!
Mentre mi pongo questa domanda mi giunge una cartolina di Carla (19.11.09), quella raffigurante la Madonna di Fatima, di Lourdes e di Loreto, con a sinistra la frase di S. Teresa d’Avila “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, tutto passa. Dio solo resta. Nulla manca a chi possiede Dio.” Già basta questo a commuovermi!!
Carla scrive: “Ornella amica carissima ti sono vicina, non posso toglierti o alleggerirti il male ma, con te, lo offro al Signore perché ogni attimo sia scritto nell’eternità come atto di fiducia e di abbandono…”
Ecco, quindi, chiarissima la risposta!!! Non è sufficiente accettare ma occorre OFFRIRE al Signore l’imprevisto che stravolge i nostri piani per progettare una vita nella quale tempo e sogni ci appartengono solo nella misura in cui sappiamo farne dono al Creatore.
Qualche giorno prima della caduta avevo ricercato notizie e immagini sul “Cammino di Santiago”… Questo particolarissimo pellegrinaggio ha sempre suscitato in me curiosità, nonché desiderio di effettuarlo e, incredibile a dirsi, ma proprio questa mia immobilità mi ha offerto l’opportunità più preziosa: quella di iniziarlo dentro di me!
Questo è il cammino più importante e più bello che dobbiamo intraprendere, quello della conversione. Camminiamo insieme in questo tragitto quaresimale, percorrendo la via dell’elemosina (donando noi stessi), del digiuno (liberandoci dai vincoli che sovente ci impediscono di riconoscerci come “creature di Dio”) e della preghiera per andare incontro a Cristo Risorto.
Tutti possiamo incontrarlo se ci fermiamo e nel silenzio ci poniamo in ascolto.
Ornella
Foto scattate a “Cava Misericordia” Ragusa . Il sentiero dell’Eremita.