IL “PRIMATO” DEI GESTI – Grazie Don Piero
La volontà di essere fra la gente, la vicinanza dei malati, la frequenza degli abbracci, di gesti di particolare attenzione verso i più deboli, dimostrano quanto per Papa Francesco sia importante la dimensione corporea, il primato dei gesti. Per questo voglio ricordare in questa ultima briciola dell’anno, il primato dei “gesti” di un Sacerdote: Don Piero Tubino, morto il 12 giugno 2012 a 88 anni e riporto ciò che gli scrissi pochi mesi prima che morisse per dirgli quanto i suoi gesti e le sue attenzioni, mi abbiano aiutata a vincere la vita in momenti difficili.
Ciò è accaduto non solo a me, ma a migliaia di persone che ha incontrato nella sua vita di prete-missionario alla Caritas, all’Auxilium, al Monastero (opera fondata da lui per i più diseredati), a Lourdes con i malati (ove è stato 100 volte), in Bosnia dove è andato più volte durante la guerra per fare gemellaggi con la Caritas, nei terremoti in Irpinia e nel Friuli, ovunque l’obbedienza al Vescovo lo ha mandato come ambasciatore di riconciliazione e di ricostruzione.
Per lui nessuno era “straniero”. A tutti ha dimostrato, con la concretezza dei suoi GESTI, quanto è grande la bontà e la misericordia di Dio.
Ho iniziato l’anno (vedi la briciola di gennaio) con il “coraggio e la gioia” sua riflessione, lo finisco con un grazie per tutto quello che Dio, attraverso di lui, mi ha donato.
- Grazie Don Piero per tutte le volte che sei venuto a celebrare la Messa in casa mia, quando, da mesi, ero costretta a letto e, con me, partecipavano i condomini, ci hai fatto diventare una grande famiglia.
- Grazie per tutte le volte che sei venuto a trovarmi in ospedale e a casa, ogni volta mi hai fatto sentire Dio Padre Buono e pieno di misericordia. Hai fatto svanire lo sconforto. Hai riempito la solitudine.
- Grazie per quella volta che mi hai detto: “Se non bruci quelle lettere, non hai perdonato davvero”. Le avevi lette, esse giustificavano il mio dolore. Dicevo di aver perdonato chi me le aveva scritte, ma non era completo il mio perdono, se le conservavo ancora. Le ho bruciate e mi sono sentita libera.
- Grazie per gli spiccioli che mi hai dato sull’Esplanade a Lourdes, quando mi ha incrociata e hai visto che scappavo, stanca della lunga attesa dell’arrivo del passaggio della Processione.. “Dove vai così scalza? – “Non ne posso più” ti ho risposto, e tu invece di dirmi di portare pazienza, mi hai detto: “Fermati qui, ti mando una sorella e insieme a lei vai a prenderti un dolce e un caffè, sei solo stanca”. Poi ti frugasti in tasca e, nel darmi alcune monete, mi dicesti: “Sono gli ultimi spiccioli che ho”. E andai al bar.
- Grazie per quando mi hai chiamata al telefono da Roma di notte, sapevi che stavo male, che avevo paura. Solo un padre, una madre, un vero amico fa questo. Su quella telefonata notturna ho scritto un pensiero. Con un po’ di compagnia, la notte è più corta, meno buia.
Per una voce amica si calma l’anima, si fa meno fatica. - Grazie per quella domenica mattina che sei venuto a trovarmi, perché da giorni non rispondevo più al telefono. Avevo deciso di non parlare più a nessuno, ero stanca di soffrire, a chi interessava la mia vita? Avevo chiuso le finestre. Tu, appena entrato hai capito, hai spalancato la finestra e mi hai detto: “Lascia entrare il sole, cosa cambi stando al buio?”. Non mi hai giudicata, mi hai capita, incoraggiata ed è rinata la speranza. E’ tornato il sole.
- Grazie per quella volta che mi hai telefonato da Lourdes, ero all’ospedale S. Orsola di Bologna per degli accertamenti. Mi chedesti: “Come stai?. Questa mattina ho fatto il bagno in piscina per te”. Ho pianto di gioia.
- Grazie per quando mi venisti a prendere a Bologna per riportarmi a casa. Gli amici pressi i quali ero ospite dovevano partire alle 15 e chiudere casa. Disperata, ti chiesi aiuto e mi rispondesti: Vengo io parto adesso da Genova e sono lì prima delle 15”. Avevi un’importante riunione alla Caritas e la rimandasti di qualche ora.
1973 Lourdes: Carla è sulla barella e viene fatta accompagnare all’altare di Bernadette da Don Piero per farle commentare la XIII stazione della Via Crucis.
- Ma soprattutto ti ringrazio per quella Domenica in cui ti chiamai al tele-DRIN per venirmi in aiuto, non trovavo nessuno, né il Parroco, né il medico, stavo male, sudavo, mi sentivo scappare la vita, avevo freddo e tanta paura. Mi rispondesti: “Sono in autostrada, arrivo subito” e così fu. Ti aprì la porta la mia vicina di casa e tu ti inginocchiasti accanto al mio letto dicendomi:“E se il Signore ti chiedesse adesso la vita?” Ripeti adagio con me:
PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI VENGA IL TUO REGNO SIA FATTA LA TUA VOLONTA’.
La ripetemmo tre volte, poi mi desti la benedizione e stemmo in silenzio. Poi richiamasti la mia vicina perché mi facesse quello di cui avevo bisogno.
L’ultima telefonata gliela feci in aprile 2012. Era in casa di riposo, molto malato. Gli dissi che avevo voglia solo di piangere, ero da poco uscita dall’ospedale, debolissima. Mi rispose: “Piangi, piangi pure quanto vuoi, ogni tua lacrima è una preghiera”. E io: “Vorrei venire a trovarti ma occorre che qualcuno mi accompagni”. Lui mi rispose tranquillo: “Non preoccuparti, verrò io quando esco di qui”. E’ andato prima in Paradiso il 12 giugno 2012.
Papa Francesco ha detto nell’udienza in Piazza San Pietro il 27 novembre 2013:
La solidarietà nel compatire il dolore e infondere speranza è premessa e condizione per ricevere in eredità quel Regno preparato per noi. Chi pratica la misericordia non teme la morte. Pensate bene a questo. Siete d’accordo? Lo diciamo insieme per non dimenticarlo? Chi pratica la misericordia non teme la morte. E perché non teme la morte? Perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo.
Con amicizia auguro a ogni briciola che il “PRIMATO DEI GESTI” porti speranza e gioia a tutti quelli che incontriamo. Buon Natale e Buon Anno… Carla sbriciolata
PS. Altre briciole del mese scritte da Don Piero le trovate
Giugno 2008 – Un pezzetto di Gesù / Gennaio 2012 – Anche tu conti qualcosa / Dicembre 2012 – La fiammella
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