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GRAZIE – ECCOMI – SCUSAMI

GRAZIE – ECCOMI – SCUSAMI

briciola di gennaio

Augurare Buon Anno come si usa dire, mi sembra un’espressione fatta, rifatta, detta e ridetta senza significato, se non è accompagnata da un sorriso, da una stretta di mano, da un abbraccio, da un gesto di riconciliazione se ci sono state incomprensioni od offese, da una parola di interessamento per la persona incontrata.
Cosa sono disposta a fare e a dare per rendere concreto questo augurio di bene per gli altri, per l’anno che incomincia?
Buon Anno!!!

Perché sia davvero buono non dipende dagli eventi che possono accadere, dalla malattia che può colpire me o uno dei miei cari, dal lavoro insicuro, non dipende nemmeno dagli amici che mi vengono a mancare o che mi tradiscono, né dalle promesse non mantenute…o dalle vigliaccherie subite… Da cosa dipende allora il Buon Anno che auguro e che mi auguro?

La prima risposta ce la dà il Vangelo – “è lo spirito che dà la vita, non la carne, le mie sono parole di vita…cercate prima il regno di Dio e il resto vi verrà dato in soprappiù “. Il resto, quale resto? I soldi, la salute, il sapere, il potere, il nome importante? No il resto, anzi il più, è la serenità, la pace con se stessi, la speranza, come esprimono le amiche e amici che mi scrivono e che, proprio quest’anno 2007 sono stati provati da eventi dolorosi e inaspettati… sono persone – non angeli – che nella prova hanno sperimentato la tenerezza di Dio…. Lascio a loro la parola. Luciana con 3 figli dagli 8 ai 20 anni, incontrata esuberante di vita a Loreto nel Luglio scorso, e poi operata quasi improvvisamente prima al seno, poi al polmone per due tumori uno peggiore dell’altro; Nunzia, immobile su una carrozzella da oltre 25 anni che è sicura di non affondare… nel mare in tempesta. Si è ammalata quasi subito dopo essersi laureata in lettere. Ora ha 52 anni.

Luciana mi ha scritto:
Che dirti di questo periodo in cui la sofferenza ha bussato alla mia porta? Non può capitare sempre tutto agli altri. Viene la volta che qualcuno ti batte sulla spalla e ti dice: Ehi! Guarda che ora tocca a te! E’ finita l’ora delle chiacchiere e di “Gesù ti amo” a parole”. Gesù ti amo” me lo devi fare vedere con i fatti. Beh, cari miei, è un altro paio di maniche! E io sono stata una privilegiata nella sofferenza! Sì perchè tante persone mi hanno dato testimonianza di affetto e di amicizia. Ma soprattutto è stato scoprire l’immenso amore di mio marito, di questo uomo che il Signore da sempre ha pensato e messo sulla mia strada! Grazie Signore per mio marito! Due operazioni in pochi mesi. Il secondo, un carcinoma che è stato portato via da un bravo chirurgo insieme a due terzi del polmone che lo ospitava, non poi così volentieri!
Ed ora la chemioterapia! Che, hai voglia a sentirne parlare, bisogna provarla per capire quanto sia devastante! Da questa esperienza dolorosa ho imparato che veramente – a ciascun giorno basta la sua pena – e del domani non mi preoccupo. Per me questo è stato un anno in cui ho imparato cosa vuol dire vivere abbandonati alla volontà di Dio, sta qui la pace e la santità. Penso che così abbiano fatto tutti quelli che adesso abitano il Paradiso. E anch’io un giorno, non proprio presto spero, voglio andare in Paradiso. Ho comunque imparato, e quando serve me lo ripeto, che “NON PUO’ ESSERE SEMPRE PRIMAVERA”, ma è altrettanto vero che non è sempre autunno… e viverlo come tempo di semina, porta i suoi frutti. Tante cose che prima mi sembravano importanti e indispensabili al benessere, ora non lo sono più, l’importante e l’essenziale è amare e sentirci amati.

Nunzia l’avevo conosciuta nel 1994 ad Andria, dove ero stata chiamata per la giornata del malato ed ero andata a trovarla nel suo misero, ma decoroso alloggio dove abitava col papà ultraottantenne che l’accudiva in tutto. Allora le avevo promesso: non ti lascerò mai. Sembrava impossibile io a Genova lei a più di mille chilometri… invece telefono e posta ci hanno tenute unite. Da lei ho mandato anche il Cardinale Comastri (allora Vescovo) quando si trovava a Terlizzi per gli Esercizi spirituali, così pure l’ho fatta conoscere a Ernesto Olivero che è andato in casa sua, durante una sua presenza ad Andria, entrambi sono tornati stupefatti e ammirati; lei senza parlare e senza muoversi, ma sorridendo a tutti, tuonava come la voce di Dio sul monte Sinai. Ora Nunzia l’ho fatta conoscere alle briciole di Andria che vanno a trovarla e si fanno loro interpreti scrivendomi quello che lei, con voce flebile, flebile detta, tanto che devono accostare alle sue labbra le loro orecchie per poterla sentire. Non può scrivere, le sue mani sono come due pezzi di legno; una grave forma di sclerosi multipla l’ha resa immobile come una statua. Da pochi mesi è ricoverata al San Raffaele di Andria in una stanza insieme a suo papà di 97 anni. Qui di seguito trascrivo ciò che ha dettato ad Angela pochi giorni fa. Ricordate le parole della lettera di Natale dello scorso anno? Che nessuno rimanga solo per causa mia.
Ecco le parole di Nunzia, che vedi nella foto.

briciola di gennaioCarissima Carla, 
non sto vivendo giorni felici oppressa come sono dal dolore e dalla paura. A volte credo di perdere coraggio, in questi casi penso a quel passo del Vangelo in cui Gesù rimprovera i discepoli perché non avevano abbastanza fede e non pensavano che con Lui, il mare in tempesta non li avrebbe travolti. Io credo che anche il nostro mare – il tuo, il mio – tornerà tranquillo. Ti voglio bene, saluti da mio papà Domenico.
Nunzia

Allora, ci auguriamo BUON ANNO con tre parole tante volte dimenticate, ma preziose – sono le parole dei forti, non dei deboli, sono parole che sanano ogni ferita – se dette e praticate con convinzione, verità e umiltà, sono le tre parole del nostro programma:

GRAZIE – ECCOMI – SCUSAMI.

Sono tre perle preziose, chi le dona non si mostra come in passerella, le dona e si dona in silenzio, esse cambiano la vita di chiunque, sia di chi le riceve, che di chi le dà, cambiano le lacrime in sorrisi, gli sgarbi in abbracci, il risentimento in perdono, le disperazioni e le solitudini in speranza e voglia di vivere. Sono gesti e parole di gioia ed è questo il più bell’augurio che possiamo farci: siamo portatori e annunciatori di gioia con la nostra vita e l’aiuto di Dio.

Buon Anno a tutti e che davvero lo sia!!!

Carla

P.S. Se qualcuno ha un’esperienza o una testimonianza positiva da raccontare ce la faccia conoscere. La lucerna perché possa illuminare occorre metterla in alto perché tutti ne godano lo splendore, anche questa è carità, amore vero.

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