Chi è senza peccato, scagli…
Ernesto Olivero, mi ha fatto questa domanda, invitandomi a rispondere:
Come si fa a perdonare chi ha causato del male al prossimo, ai bambini, a degli innocenti?
Penso che questa domanda si riferisca ai preti pedofili dei quali si parla e si scrive tanto in questo tempo, alcuni, purtroppo, col gusto subdolo e maligno di voler ferire e condannare la Chiesa e i suoi ministri, piuttosto che di limitarsi a narrare i fatti.
Dovrei essere nei panni degli accusatori che hanno subito questa offesa e se ne portano dentro per tutta la vita le conseguenze, per provare a esprimere il mio parere.
Però a questo punto potrei annoverare fra queste vittime di violenze, anche i bambini uccisi nel grembo delle loro madri, senza loro colpa, bimbi mai nati che non possono parlare, non possono chiedere risarcimenti. Alla fine sono vittime anche le mamme, ne conosco tante, perché si portano dietro per tutta la vita il rimorso del loro gesto e dicono: adesso avrebbe questa età, sarebbe sposato…avrei dei nipotini… e nessuno, anche se sanno di essere perdonate, può togliere dal loro animo questa pena. Me lo dicono e me lo scrivono.
Ma mi domando, nei riguardi di chi adesso invoca giustizia e vendetta, per fatti accaduti 40, 50 anni fa, perché portarsi dentro per tutta la vita questo rancore e desiderio di vendetta?
Quante migliaia di persone sono state offese in altro modo, calunniate, distrutte nel lavoro, nella famiglia, negli affetti, messe in galera innocenti… forse che queste provano meno dolore di quelle altre?
purificami o Signore sarò più bianco della neve
Mi sembra che a distanza di decenni (scrivo per esperienza diretta a contatto con persone che hanno subito simili offese) non si possa vivere covando questo rancore, questa rabbia, che poi non produce niente, e distrugge la vita. Ho visto e sentito alcune sere fa in TV, tre persone ultrasettantenni, che solo ora portano alla ribalta ciò che hanno subito in fanciullezza, (fatti che dovranno ancora essere verificati se le persone esistono ancora) parlavano con tale rabbia da far venire i brividi, di fatti avvenuti mezzo secolo fa.
Ho avuto l’impressione che quelle persone non siano mai cresciute, perché l’odio, il rancore non fa crescere nessuno, solo la misericordia, il perdono rende liberi, ci fa grandi e superiori a tutti, altrimenti ci condanniamo a vivere da schiavi, schiavi di quel livore che, come un tarlo, rode l’anima e la rende sempre più meschina e povera.
Ricordo che più di 20 anni fa, mi scrisse una persona che si era macchiata di simili brutti fatti, ora non c’è più. Desiderava andare a Roma per l’acquisto dell’indulgenza del Giubileo dell’anno Mariano 1987-88, ma non si sentiva di andare se prima non aveva ottenuto il perdono della creatura che aveva offesa e sottomessa ai suoi istinti. Allora con un atto di coraggio le scrisse, le chiese perdono e l’ottenne abbondantemente perché quella persona l’aveva già perdonata e, anzi, pregava perché lei si ravvedesse. Mi mandò la copia della lettera che aveva scritto e anche la risposta della vittima per condividere con me la gioia del perdono, della vita ritrovata e di poter così andare a Roma con l’anima in pace con se stessa e con Dio. Non ci sono tribunali che possono dare questa pace, frutto di umiltà e di carità. Che ne sappiamo noi di quelle anime che hanno commesso tali errori?
Non le scuso, ma so che Dio le perdona se si pentono e ne fa dei santi.
E se Dio le perdona, chi sono io per condannarle desiderando solo giustizia e vendetta?
Penso che se Gesù venisse fra noi, direbbe ancora: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. I peccatori perdonati, possono diventare dei santi, la storia della Chiesa ne è piena. Cominciando da San Paolo accanito e convinto persecutore dei cristiani. S. Agostino che di bravate amorose è piena la sua giovinezza.
Come fa un cristiano a ripetere le parole del Padre Nostro: perdonami come io perdono agli altri – se poi nel cuore ha solo desiderio di vendetta, per fargliela pagare?
Cosa andiamo a fare in Chiesa ad ascoltare Messe e dire Rosari?
Come cristiana e figlia della Chiesa, faccio anche un’altra riflessione.
Come si comporterebbe Maria al mio posto?
Lei che è stata testimone di tutto il bene che ha fatto Gesù (nessuno di noi fa miracoli e li accompagna col perdono di Dio), non ha invocato vendetta, non ha parlato, ha seguito in silenzio fino al Calvario il suo Gesù condannato ingiustamente, per delle menzogne fatte passare per verità. Così andava il mondo allora e così va anche adesso.
Lasciamo fare alla giustizia di Dio e a quella umana (purchè sia condotta da persone rette, oneste e preparate per giudicare senza pregiudizi). Giustizia non vuol dire persecuzione.
Nel nostro cuore si spenga il rancore, trionfi l’amore, mosso dalla fede e dalla speranza. Tutti ci possiamo redimere, salvare e diventare santi. Chiudere la porta agli altri è chiuderla a noi stessi, diventare prigionieri dei nostri mali. La vendetta non fa parte delle scelte di anime grandi. La vendetta ci fa schiavi, solo il perdono ci rende davvero liberi.
Non so se mi sono spiegata, comunque chi vuol capire capisce, chi vuol vivere nella grazia di Dio e in pace con se stesso, sceglie di stare dalla parte di Dio. Carla Zichetti
Come sempre un grazie grande, grande a chi prende la penna in mano o si mette al computer per rispondere, dire le sua impressioni e raccontare la sua testimonianza o quella di altri. Sono fatti di Vangelo che cerco, sono le nuove parabole, quelle che i giornali non riportano, ma che, come brace sotto la cenere, sono pronte a infiammarsi appena qualcuno le scopre e illuminano, indicano la strada a chi ancora cammina nel buio. Parliamo di Vangelo, viviamolo, lo leggiamo troppo poco…
Chi mi conosce e legge i libretti che scrivo, vede che non scrivo favole, ma “miracoli”, i miracoli della grazia che cambia le anime, essi sono ancor più stupefacenti che dar la vista a un cieco o parlare un muto.
Anche per me ogni giorno è miracolo, poter ancora scrivere, rispondere a tutti…Ogni parola, ogni lettera, la composizione della pagina della briciola del mese,rispondere al telefono… è una gioia, ma anche un grande sforzo della mente, della vista, delle forze che mi mancano e che tiro fuori coi denti… “ma sei sulla barca con Gesù, per questo non affondi”, mi ha detto oggi 27 maggio 2010 al telefono un’amica di 88 anni malata da 50 anni, su una carrozzella, bisognosa dell’aiuto di tutti, e ha aggiunto, “anch’io non affondo per questo”.
Coraggio, siamo tutti su quella barca, anche quando Gesù dorme. Ciao Carla sbriciolata
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